La mia mozione programmatica
MOZIONE
PROGRAMMATICA
DEL
CANDIDATO PRESIDENTE
ANDREA
GALLI
1.-
PREMESSA: LE RAGIONI DI UNA CANDIDATURA.
Ogni comunità umana, in qualunque forma si manifesti, necessita del
rispetto di alcuni basilari principi per potersi sviluppare, crescere ed infine
culturalmente imporsi.
Un atteggiamento inclusivo, una corretta ripartizione dei compiti e delle
responsabilità, il rispetto delle regole, la elaborazione di un programma
valoriale, il rifiuto dell’abuso del potere, l’amicizia verso e la considerazione
dei compagni di viaggio assunti a valori fondati della relazione associativa.
Valori la cui presenza, sempre necessaria, diviene indispensabile nei
partiti politica e che, in Noi con l’Italia, sembrano scomparsi.
Tutti i poteri e tutte le cariche sono pretese dell’On. Lupi Presidente
del Partito, Presidente del Gruppo Parlamentare, unica voce mediatica, membro
della Commissione RAI e, ancora di nuovo, candidato Presidente.
Negando alla radice le regole statutarie ha scelto con chi accordarsi
alle scorse elezioni nazionali, chi candidare e chi no, senza convocare il
Direttivo, l’unico organo statutario competente.
Ha escluso persino dalla relazione personale chiunque gli abbia mosso una
critica politica; e violato la principale regola comportamentale connaturata ad
ogni consenso democratico e da tutti seguita: farsi personalmente carico di una
disfatta elettorale di gravità inaudita e lasciare spazio a nuove persone
meglio in grado di rappresentare i valori cui il Partito si ispira.
Da questa analisi, fin troppo bonaria, è nata la mia scelta di Verità e
Rinnovamento, avvalorata dai soci sottoscrittori per candidarmi a Presidente,
per testimoniare che esistono ancora, anche nel Partito, persone che credono
nei principi sopra ricordati, intendono praticarli, vogliono contrastare le
derive personalistiche a costo di pagare prezzi personali. Perché non hanno
interessi economici. Di posti o di potere da tutelare.
2.-
LA DEMOCRAZIA: COME SALVARLA?
NOI CON
L’ITALIA è una formazione politica che si deve ispirare e rifarsi
principi fondanti le tre grandi culture popolari italiane, la Liberale, la
Cattolica e il Socialismo riformista perseguendo quindi alcuni fondamentali
valori, primo tra i quali la salvaguardia della Democrazia, quale miglior
sistema tra quelli sperimentati dall’Uomo.
La Democrazia è una forma di organizzazione
sociale che per funzionare postula un benessere diffuso, un forte ceto medio
produttivo e una corretta distribuzione della ricchezza.
Negli ultimi quarant’anni le politiche
fiscali e le scelte di politica economica adottate hanno prodotto un graduale,
ma costante, impoverimento dei ceti medi, in particolare di quelli produttivi
(artigiani, piccoli imprenditori, agricoltori, commercianti, professionisti ed
altri) che già in parte sono scivolati nell’area del disagio o percepiscono il
rischio di ritrovarvisi.
Sono perciò indotti ad orientare il loro
consenso verso idee e partiti che propongono ricette all’apparenza semplici, ma
praticamente irrealizzabili, ovvero offrono compensativamente al benessere
perduto l’aspettativa di un maggiore ordine e più sicurezza, orientando così
l’intero sistema verso forme di militarizzazione che confliggono con l’idea
liberale.
Questa
situazione, aggravatasi con la crisi pandemica che ha esasperato le disuguaglianze
economiche, va rapidamente rettificata partendo da una riforma fiscale IRPEF
“rivoluzionaria” prevedente il trasferimento della imposizione dal reddito, al
reddito non speso.
Di seguito i principi generali della
riforma:
a) ad ognuno viene riconosciuto il diritto a
percepire il reddito lordo. Quindi, a titolo di esempio, ai professionisti non
verrà praticata alcuna ritenuta, ai dipendenti liquidato il lordo e non
l’attuale netto;
b) i costi, sia voluttuari che necessari, sono
fiscalmente detraibili e l’imposta, fortemente progressiva, graverà sulla quota
di reddito non spesa;
c) i vantaggi sono enormi per tutti:
- in primo luogo si assisterà ad un incremento del
reddito disponibile per i ceti medi e in specie produttivi senza gravare sulle aziende;
- in secondo luogo, laddove tale incremento di
reddito come prevedibile venga orientato ai consumi di qualità, (istruzione,
tempo libero, cultura ecc.), così come ai consumi voluttuari, si determinerebbe
un enorme ampliamento del gettito IVA e, correlativamente, una significativa
espansione del P.I.L.;
- va poi soprattutto rilevato che il sistema
proposto rappresenta il modo più semplice per attuare un sano contrasto
all’evasione fiscale, rendendo ciascun cittadino proattivo ed interessato
“assistente” dello Stato posto il vantaggio personale ed egoistico ad una
corretta formalizzazione di ogni transazione economica.
Per far comprendere la capacità del sistema proposto di arrestare lo
scivolamento dei ceti medi produttivi riporto a titolo di esempio il reddito
lordo e netto di un professionista o di un artigiano di anni 40: lordo E.
88.000,00 e netto E. 48.000,00. Come vedete la differenza è abissale;
attualmente con E. 4.000,00 circa netti al mese, pagata la rata di mutuo prima
casa di E. 900 mensili “si fatica” a
mantenere moglie e figli.
Trasformato il netto in lordo si riacquista la piena capacità di spesa,
il benessere famigliare e la tranquillità psicologica. Per chi dovrebbe votare
allora, per i 5 Stelle, per Salvini o la Meloni, per il P.D.? O per chi gli
offre questa irripetibile opportunità?
Ovviamente sono chiari gli effetti sul
bilancio dello Stato
ed è possibile
dimostrare, con numeri e grafici, che, salvo forse uno scostamento negativo nel
primo anno di messa a regime, il gettito fiscale si incrementerebbe già a
partire dal secondo anno.
3.- LA
LIBERTA’: VALORE IRRINUNCIABILE.
Tanti sono i settori e le modalità ove e
con cui si deve preservare la Libertà, ma su due occorre centrare l’attenzione:
a) la Libertà del lavoro e dal lavoro, con il
corollario che ne segue quanto alla riforma del sistema pensionistico;
b) la Libertà di opporsi allo Stato che
intende privarti della libertà personale e quindi la primaria necessità di una
profonda riforma del processo penale.
Sub a) Il dibattito degli ultimi anni sul
tema della Previdenza, ripreso dal Presidente Draghi e taciuto dall’attuale
governo, è surreale e contrario al principio di Libertà.
Si tende da
un lato a stabilire date fisse, ora si parla di 67 anni, costringendo le
persone a perdere il diritto di scelta quando abbandonare il Lavoro. Così
facendo si limita la libertà e si attuano errate politiche pro cicliche.
Siamo in
presenza, per la prima volta nella Storia, di una
Rivoluzione
tecnologica e produttiva che genera valore aggiunto, ma brucia lavoro senza
costruirne di nuovo; imporre a tutti di rimanere al lavoro fino a 67 anni
impedisce un rapido turn over e amplifica la disoccupazione.
D’altro lato
si vuole favorire l’uscita anticipata con il meccanismo per sommatoria (62 anni
e 38 di contributi e a seguire) bisogna ricordare che produce gravi iniquità a
carico delle nuove generazioni non essendosi operata la distinzione tra chi ha
beneficiato del sistema retributivo e chi è soggetto (i giovani lavoratori) a
quello contributivo. Saranno questi ultimi, i Giovani, a doversi fare carico
nel futuro del vantaggio premiale che il sistema propugnato dalla Lega
attribuisce ai primi.
La nostra
proposta deve, anche su questo tema, risultare rivoluzionaria e organizzarsi
secondo il seguente schema, mutuato da quello vigente negli Stati Uniti e in
Cile, schema che è, a mio avviso, il migliore al mondo:
- decorsi 20 anni di lavoro interamente rientranti
nell’ambito del sistema contributivo, ciascuno è libero di chiudere la
propria
esperienza lavorativa maturando il diritto ad una pensione pari solo alla quota
attualizzata dei contributi versati in rapporto alla aspettativa di vita media
tempo per tempo rilevata.
- fin dal giorno dopo la maturazione della pensione
può riprendere un qualsiasi lavoro, ma i contributi successivamente maturati
non varranno più per lui, bensì a beneficio del sistema previdenziale generale.
Una
rivoluzionaria riforma di questo tipo produce vantaggi enormi senza alcuna
controindicazione.
- Assicura appieno la libera scelta sul momento in
cui chiudere la propria esperienza lavorativa, senza l’angoscia di una età che
sarà sempre crescente e fortemente limitativa della qualità della vita.
- Favorisce il turn over lavorativo, anticipando e
quindi realizzando politiche anticicliche indispensabili per incentivare
l’occupazione giovanile.
- Riequilibria gli oneri tra generazioni,
riportandoli ad equità, escludendo dal calcolo della pensione anticipata i
periodi soggetti al meccanismo retributivo.
Anche per questa
riforma dispongo di dati e grafici a supporto della sostenibilità finanziaria
per il Sistema previdenziale.
Sempre a
proposito della Libertà personale: credo sarebbe STATO opportuno aprire un
inciso su COME è stata affrontata la pandemia Covid 19; un inciso che avrebbe
dato luogo ad un dibattito interno certamente acceso ma che non poteva
prescindere da una valutazione, anche ex ex post, piuttosto critica sulle
limitazioni alla Libertà personale a cui ci siamo piegati.
Sub b) La riforma della Giustizia penale è
indispensabile per tutelare la libertà personale e patrimoniale dei
cittadini, sempre più compromesse da un sistema liberticida che non funziona,
genera drammi irreversibili e molte volte è abusato dai Magistrati, specie del
Pubblico Ministero, solo per rendersi visibili e fare carriera.
A.- 6
Le modifiche da apportare devono riguardare, lato
Magistratura:
a) Il C.S.M., la cui elezione non può
che avvenire per sorteggio. I Magistrati, per giustificare la abolizione delle
carriere in senso meritocratico, hanno sempre
sostenuto che tutti i Giudici sono uguali, quasi lo stesso refrain di
Grillo ..... uno vale uno!
E allora se
tutti sono eguali chiunque la sorte scelga è eguale all’altro non scelto.
Quali i
vantaggi? Il PRIMO, l’azzeramento di fatto del correntismo; Il SECONDO, forse
ancora più importante, il riequilibrio nel C.S.M. tra Magistrati giudicanti e
Magistrati del Pubblico Ministero.
I primi sono
circa 7.000 e i secondi circa 2.000, ma nel C.S.M. le percentuali si invertono,
perché i Magistrati più noti non sono i Giudici che ogni giorno lavorano in
silenzio, ma i P.M. che originano spettacolari inchieste, balzano agli onori
della cronaca e quindi attirano voti. Anche se, come spesso accade, dopo anni
quei processi finiscono nel nulla, ma chi se ne ricorda più?
La nomina
con estrazione a sorte per la legge dei grandi numeri ribalterebbe il rapporto,
garanzia di un più equilibrato esercizio della funzione.
b) L’impersonalità del Pubblico Ministero
per evitare esposizioni mediatiche del singolo P.M. che ha portano sovente ad
esaltazioni; riflettiamo, E’ importante sapere il nome del singolo P.M. che
indaga o è sufficiente l’identificazione dell’Ufficio competente? La Procura di
Roma, di Napoli, di Modena ecc.
E’ una
domanda retorica, ma rendere impersonale l’Ufficio del Pubblico Ministero
vietando di riportare il nome del singolo P.M., d’intervistarlo o addirittura
farlo partecipare a dibattiti ecc., aiuta molto ad impedire che la carica e gli
enormi poteri attribuitigli lo esaltino e, ancor prima, lo inducano a
compulsare strumentalmente personalità della Società civile e della politica
per l’eco mediatico che ne discende.
c) L’automatica decadenza dall’ordine
della Magistratura del Magistrato che si candidi ad una carica politica
elettiva, ancorché non risulti eletto.
E’ sufficiente
limitarsi a questi piccoli interventi, ma assai importanti, perché sono i soli
facili da spiegare logicamente e
sui quali è
facile generare un grande consenso negli elettori, senza esporsi al rischio di
voler attentare alla libertà e autonomia della Magistratura più volte brandito
come clava per bloccare ogni tentativo di riforma che per passare deve
necessariamente essere graduale. Solo così, tassello dopo tassello, si potrà
arrivare a discutere del vero tema, la separazione delle carriere, oggi
difficilmente attuabile.
B.- Le modifiche da apportare sul fronte
della tutela personale partono dalla constatazione dell’erronea impostazione
dell’attuale dibattito incardinato in modo tale da non riformare nulla.
Si pone come
centrale il tema della durata del processo, mentre il tema veramente centrale è
l’instaurazione del processo in se, che rappresenta per ogni cittadino che lo
subisce un danno gravissimo a prescindere dai tempi di durata del processo e
dallo stesso esito finale soprattutto in un sistema giudiziario che vede i
processi concludersi con percentuale di assoluzioni prossime al 90%.
E’ qui,
quindi, che bisogna incidere, introducendo le seguenti modifiche:
a) il processo può essere promosso solo una
volta che la Pubblica Accusa abbia raccolto non indizi sulla configurazione del
reato, ma, come succede in tutte le Nazioni occidentali, prove non
circostanziali della commissione del reato.
b) Ne consegue che il GIP deve ritornare ad
essere lo snodo principale tra le indagini e il processo motivando non solo
quando archivia ma, in particolare, quando decide di accogliere la istanza di
rinvio a giudizio del P.M..
c) l’istanza di rinvio a giudizio può essere
accolta solo quando il P.M. fornisca prove che ragionevolmente allo stato
possano far ritenere fondata la colpevolezza dell’imputato. In questo modo i
P.M. saranno costretti a svolgere correttamente e compiutamente le indagini
evitando pressoché automatici rinvii a giudizio come oggi succede, essi stessi
causa dei tempi lunghi di tutti i processi.
d) Occorre poi riequilibrare il diritto di
difesa introducendo la condanna alle spese legali dello Stato a favore degli
imputati assolti perché il fatto non sussiste, perché non costituisce reato o
con altra formula piena; così facendo anche gli indigenti potranno rivolgersi a
legali importanti e qualificati i quali, se convinti della innocenza, potranno
egualmente assumere l’incarico nella certezza di venire adeguatamente
compensati all’sito del processo.
e) Anche sul piano delle misure cautelari
patrimoniali cioè i sequestri preventivi, che oggi possono essere emanati sulla
sola base della ricorrenza di indizi è indispensabile intervenire, perché
troppe persone sono state rovinate da questi provvedimenti risultando poi
assolti. Occorre prevedere che il GIP, prima di disporre la misura cautelare
patrimoniale, sia obbligato ad interrogare
l’indagato cosicché possa
disporre di due versioni, quella del PM e quella della parte privata, valutando
a quale aderire e se siano stati forniti indizi realmente concludenti e non
fantasiosi.
A questa
regola potrebbe fare eccezione la sola ipotesi in cui il P.M. evidenziasse un
concreto pericolo di
sottrazione
dei beni nel tempo intercorrente tra richiesta ed audizione dell’indagato.
In questo
caso il GIP potrebbe emettere un provvedimento provvisorio, disporre
l’immediato interrogatorio e riesaminare l’istanza per valutare se alla luce
dell’esito dell’interrogatorio la misura cautelare deve essere mantenuta.
f) Infine una riforma costituzionale deve
introdurre il principio per cui se in un qualsiasi grado un Giudice ordinario
assolve un imputato, il P.M. non può più impugnare, perché la pretesa punitiva
si è esaurita.
La situazione
attuale è insostenibile e tale da risultare incomprensibile per gli stranieri.
Il processo
Stasi o la recentissima richiesta di riapertura del processo di Erba (Olindo e
rosa) ne sono esempi eclatanti, a prescindere che siano o meno colpevoli.
Quale
certezza del diritto si può professare dopo che, come nel caso di Stasi, si è
stati assolti in primo grado, assolti in appello, riformata la sentenza di
appello in Cassazione, condannati nel giudizio di rinvio e poi, nel nuovo
giudizio di rinvio, la Procura generale ha chiesto l’assoluzione e la
Cassazione ha invece condannato?
4.- LE MISURE DI SUPPORTO A FAMIGLIE E
NATALITA’: DALLE PAROLE AI FATTI.
Una Politica fiscale che favorisca
l’istituzione degli asili nido all’interno dei luoghi di lavoro privati, come
strumento per favorire concretamente la Famiglia e la procreazione; facile
proporre esempi di Aziende “illuminate” al riguardo, quasi sempre filiali
italiane di Gruppi esteri come a Modena la Tetrapak, azienda svedese che da
anni ha ottenuto ampliamenti della struttura per poter ospitare un asilo nido.
Il ripopolamento di tutti i Centri minori
ed in particolare dei Comuni della dorsale appenninica centro meridionale con
meno di 3.500 abitanti tramite lo schema della fiscalità zero per le attività
economiche, con decongestione urbanistica delle città.
La istituzione di micro zone a fiscalità
agevolata al sud per le attività ad alto valore aggiunto e ad occupazione di qualità
(assicurazioni, riassicurazioni, fondi gestione et similia) le cui decisioni
allocative dipendono solo dalla convenienza fiscale e sono strumenti utilizzati
in Spagna, in Irlanda, nella stessa Baviera in anni meno recenti, in
Lussemburgo e che hanno dato risultati strabilianti.
Ed ancora la
presentazione immediata di un Progetto di legge che attribuisca la residenza in
Italia automaticamente ad ogni straniero che acquisti e divenga proprietario di
un immobile. Questa norma, da tempo introdotta e in vigore in Spagna e in
Grecia, ha moltiplicato il numero delle compravendite immobiliari ed
incrementato il valore stesso del patrimonio immobiliare per ragioni talmente
ovvie che si esimono dall’essere illustrate.
5.- IL
COLLOCAMENTO INTERNAZIONALE.
Sul piano internazionale NOI CON
L’ITALIA pur essendo convintamente europeista ed atlantista, rifugge le teoriche sovraniste storicamente
anticamera di conflitti armati o deflagrazioni economiche; ritenevo, e ritengo,
comunque opportuno una maggior incisività dell’Italia nella difesa dei propri
interessi in Europa (come del resto fanno tutte le altre
Nazioni tranne
noi) senza scadere in un Sovranismo “a perdere”, “di facciata”; da troppo
tempo, potremmo dire da sempre, in Europa abbiamo mandato personale politico di
second’ordine o addirittura senza la pur minima preparazione.
Vi pare
possibile aver mandato in Europa per due legislature Iva Zanicchi?
Altro elemento
su cui avremmo dovuto aprire un profondo dibattito sono sulle ragioni e le
modalità della presenza italiana nella Guerra in Ucraina: possibile che
l’Italia con le Tradizioni diplomatiche che le sono sempre appartenute non sia
riuscita, ma neppure abbia tentato, di avere un ruolo in un percorso di Pace
che avesse privilegiato le ragioni della Diplomazia a quelle “guerresche” tout
court?
Una maggior
presenza dell’Italia sulla strada delle Trattative avrebbe potuto contribuire
ad evitare la guerra o almeno ad arrestarla nelle prime settimane del
Conflitto, strada seguita tra gli altri da Paesi come la Turchia o Israele; la
logica unica dell’escalation ritengo che sia non solo limitativa ma sbagliata;
le certezze che erano sembrate a molti, come al DEM Letta, indiscutibili come
la convinzione che le sanzioni avrebbero portato al crollo della Russia in
pochi giorni hanno dimostrato i propri limiti.
Non credo si
pecchi di “lesa maestà” a domandarsi se ci siano state/ci siano strade
alternative ad una guerra senza Frontiere; non del tutto inutile è sottolineare
che i dubbi, miei e dei firmatari della mozione, sono gli stessi di una parte
rilevante della Popolazione italiana, parte forse maggioritaria.
6.- IL RAPPORTO CON GLI ALLEATI DEL
CENTRODESTRA: NON DA SCIMMIE AMMAESTRATE, MA DA SVILUPPATORI DI IDEE, CULTURA E
VALORI.
E’ possibile realizzare questi programmi e
imprimere questi valori con l’attuale maggioranza parlamentare?
Certamente si ma
non continuando a fare le scimmiette della Presidente Meloni per ottenere non
poltrone, ma neppure seggiolini.
Certamente sì se
fossimo in grado, per nostra scelta, di portare all’attenzione della opinione
pubblica i nostri Valori, i nostri Programmi, le nostre Idee; dovremmo
ricordare che in Politica, come nella vita, a volte il vero amico si dimostra
quando cerca/mostra/suggerisce la strada migliore da seguire non quando è
sempre e comunque un “laudatores”.
Credete che sia
utile per “Noi con l’Italia” non avere una propria linea autonoma, dei propri
obiettivi che non siano, nell’immediato, una poltrona o una prebenda?
La piaggeria
fine a se’ stessa presto o tardi mostra i propri limiti ed applaudire a
prescindere, come avrebbe detto Totò, resta una strada di poco respiro utile
forse per sé ma certamente non per una realtà più ampia che si vuole
rappresentare. Ricordiamoci che essere MODERATI non vuol dire restare sottotono
nel dibattito politico senza mai mostrare dubbi o indicare strade; essere
MODERATI, Montanelli per fare un esempio lo era
ma, pur essendo
un Moderato certamente non viene ricordato come un “acqua cheta”!
Perché non
dobbiamo far presente con decisione che i fondi del PNRR, fondi in massima
parte da restituire con in più gli interessi, sarebbe meglio non fossero presi
visto che sono stati destinati a miriadi di iniziative di dubbio valore
strategico? Milioni/miliardi di euro che invece di essere destinati ad
iniziative di respiro, strategiche, vengono disperse in migliaia di iniziative
fine a sé stesse.
La nostra
Opposizione ad una scellerata dissipazione del genere dovrebbe essere forte e
chiara: quei denari dovrebbero avere una riformulazione come destinazione o
essere rifiutati; gli esempi al riguardo sono infiniti. Possibile che nella mia
Provincia vengano spesi 750.000 per rifare un Campo di bocce, 220.000 per un
Torneo di briscola, 900.000 per rifare spazi ricreativi in un Centro Sociale e
via dicendo? ; ogni Provincia, ogni città. Ogni Paese ha sprechi simili. Vogliamo
parlare degli 80 milioni per rifare lo stadio di Firenze?
Perché non
diciamo con voce forte e chiara che “Noi con l’Italia” quei denari non li vuole
a meno che non siano investiti in Sanità, nella Scuola, in Infrastrutture reali
come porti, aeroporti, ferrovie?
Perché non
proponiamo Opere in grado di cambiare realmente la nostra Economia?
Perchè non
proponiamo, ad esempio, un Sistema di dighe sul PO per produrre elettricità,
avere riserve infinite di acqua per combattere la siccità, fermare il cuneo
salino, avere con i laghi che si formerebbero attrazioni turistiche
ecosostenibili?
La risposta è
facile.
Perchè in quel
caso dovremmo lavorare a un Progetto del genere ma dovremmo anche, forse,
“disturbare il manovratore” ...
La maggior parte
di noi sono cristiani e dovremmo ricordare quel passaggio evangelico che
ricorda che se un cristiano non è il sale della Terra ( ovvero produce idee)
quel “sale che non sala” va buttato via.
Sta a noi
decidere cosa vogliamo essere; dei cacciatori di poltrone (poche tra l’altro) o
un motore di un Centrodestra in via di Rinnovamento.
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